TORNO SUBITO: i risultati

I risultati dei primi tre anni di “Torno Subito”, progetto finanziato dalla Regione Lazio.

Bianca, laureata in neuroscienze cognitive e riabilitazione psicologica, è stata un anno all’università di Ginevra per acquisire nuove competenze nel campo delle neuroscienze affettive attraverso un tirocinio sperimentale. Rientrata a Roma, impiega le competenze acquisite nel laboratorio di neuroscienze cognitive e sociali della Sapienza. Matteo, laureando in ingegneria, ha scelto l’Istituto bielorusso di ricerca sui problemi legati al nucleare a Minsk, per investigare materiali contenenti forme allotropiche del carbonio per applicazioni di compatibilità elettromagnetica. Da quando è tornato si trova ai Laboratori Nazionali di Frascati dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

Questi due ragazzi hanno in comune il range di età, nessuno di loro ha meno di diciotto o più di trentacinque anni, il luogo di residenza o il semplice domicilio, nel Lazio, ed il fatto di aver partecipato alla prima edizione di Torno Subito. Iniziativa che finanzia esperienze integrate di studio o di lavoro in Italia e all’estero se sei studente universitario, laureato, studente e diplomato di un istituto tecnico superiore.
I dati della prima edizione sono estremamente positivi, molti dei progetti approvati non sono giunti a conclusione dopo il periodo di rientro obbligatorio di almeno sei mesi presso un’azienda, un ente o un’università nostrana. Questo significa che per molti, dopo il tirocinio, non è da escludersi una prospettiva d’impiego, anzi, il fatto di avere acquisito competenze innovative sembra essere premiato dal tessuto produttivo regionale.
Il deterioramento del capitale umano in Italia è uno dei fattori che penalizza maggiormente la competitività della nostra economia e se l’attuale crisi si spiega sia con l’operare di fattori ciclici, sia con il permanere di debolezze strutturali, è certamente vero che il fattore citato deve diventare una priorità per la politica.
La continuità con le politiche europee è garantita perché aiutare i giovani a entrare nel mercato del lavoro costituisce una priorità assoluta del Fondo sociale europeo in tutti gli Stati membri. In più questo il modello di questo bando, grazie all’istituzione di un’unica autorità di gestione, permette di superare il guado dell’intermediazione dove le risorse, inutile dirlo, si perdono in mille rivoli. Oltretutto le conoscenze e le competenze acquisite dai ragazzi attraverso quest’esperienza costituiscono un ricco bottino anche per le aziende, le università, gli enti di ricerca e del terzo settore locali che non sembrano essersi tardati ad accorgesene, sono più di cinquecento, infatti, i partner di quest’anno. Per il 2020, Massimiliano Smeriglio, Vice Presidente della Regione Lazio e principale promotore dell’iniziativa, conta di arrivare a quota 8000 – 10000 progetti realizzati. Da ultimo ma non meno importante il fatto che una volta tanto possiamo considerare una misura attuata da un ente territoriale nazionale fra le best-practices a livello europeo.